La Juventus conferma l’aumento di capitale da trecento milioni di euro. Il titolo crolla in Borsa e perde fino all’otto per cento a poche ore dall’apertura dei mercati.
Il Titolo della Juventus crolla in Borsa dopo la conferma dell’aumento di capitale, reso necessario per dare ossigeno alle casse della società. il club ancora non è riuscito ad ammortizzare l’operazione Cristiano Ronaldo e si gioca buona parte della stabilità economica con l’edizione in corso della Champions League. Se Sarri non dovesse mettere le mani sul prestigioso trofeo per i bianconeri potrebbero essere problemi seri.
Juventus, aumento di capitale da 300 milioni
La dirigenza bianconera ha confermato e annunciato l’aumento di capitale da trecento milioni per il club. L’operazione serve a rafforzare la situazione economica della società di fronte al dato sul debito, in netta ascesa nel bilancio relativo alla stagione 2018-2019. L’operazione deve essere approvata dall’assemblea dei soci ma si tratterebbe di una formalità senza intoppi. Scopo dell’aumento di capitale è quello di mantenere la squadra competitiva sul piano sportivo. In altri termini, lo scopo è quello di evitare la cessione di alcuni pezzi da novanta della rosa.
Bene i ricavi ma il debito cresce
Il problema della Juventus si chiama debito. I ricavi fanno registrare un andamento positivo, ma il bilancio della stagione scorsa mostra un debito galoppante che mette a rischio il patrimonio societario. Pesano inoltre le previsioni per il prossimo bilancio, visto che al momento si ritiene che il documento della stagione 2019-2020 sarà negativo.
Effetto Cristiano Ronaldo
Non c’è dubbio che Cristiano Ronaldo sia croce e delizia di questa squadra. Il campione portoghese muove milioni di euro, ma il suo acquisto, il suo mantenimento e la sua gestione richiedono costi difficili da ammortizzare.
Il Titolo crolla in Borsa
L’annuncio ha semplicemente confermato le notizie emerse nei giorni scorsi, ma questo non ha messo la Juventus al riparo dal crollo verticale del titolo, arrivato a perdere fino all’otto per cento.